https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1pknJEL6RCvCu7CUl67XxY4QLhKk&ll=45.94042157398315%2C9.958240000000046&z=10
Da Bergamo si percorre la Val Brembana fino a Piazza. Qui si segue per il passo San Marco, splendido accesso alla Valtellina (Sondrio) che accarezza quota 2mila metri. È uno di quei valichi che lasciano un’emozione. Non quell’emozione data da pieghe e staccate all’ultimo, ma quella sensazione di rivivere la storia. Scalando una vetta con un paesaggio in continuo cambiamento, percorrendo una strada tortuosa che una volta era tra le più importanti vie di comunicazione. Questa strada fu costruita dalla Repubblica di Venezia per permettere gli scambi commerciali con la Svizzera e le sue valli, tra cui la Valtellina che dal 1512 al 1797 appartenne al cantone dei Grigioni. In cima al valico troviamo infatti gli stemmi del leone della Serenissima. Proseguendo per quella che era la Via Priula si scende fino a Morbegno, si gira a destra per Sondrio, si prosegue sul fondovalle – ammirando i terrazzamenti dove si producono alcuni tra i vini valtellinesi più rinomati – fino a Tresenda, dove si prende per il passo dell’Aprica. La discesa porta in Valcamonica (Brescia): da Edolo si va a Malonno, quindi si prende a destra per il passo del Vivione, 1828 metri, da cui si torna nella Bergamasca attraverso una strada dove passa a malapena un’auto: meglio moderare la velocità e spingere spesso il pollice sul clacson. Schilpario, Vilminore, poi passo della Presolana – con lo spettacolo della dolomite orobica – per buttarsi in Val Seriana e tornare in scioltezza a Bergamo.